In attesa di scrivere qualcosa di più entusiasmante, vorrei parlare del film che ho visto questa settimana: "Into the Wild" di Sean Penn. Dò subito merito al mio personale consulente cinematografico, il quale mi ha prontamente ricordato di non perdermelo quando ha notato che era in programmazione su Sky. Riporto di seguito la scheda da FilmUp.
Trama.
Fresco di laurea e con un promettente futuro di fronte a sé, il ventiduenne Christopher McCandless (Emile Hirsch) sceglie di abbandonare la sua vita agiata e di partire alla ventura, verso l'ignoto. Le esperienze del suo viaggio trasformeranno questo giovane girovago in un simbolo per moltissime persone. Ma chi è Christopher MacCandless? Un eroico avventuriero o un idealista ingenuo, un Thoreau ribelle degli anni '90 o uno dei tanti ragazzi perduti americani, un giovane coraggioso che non teme il rischio o una figura tragica che ha sfidato il precario equilibrio tra uomo e natura? Questa ricerca porterà Christopher dai campi di grano del South Dakota a un viaggio avventuroso e 'controcorrente' lungo il fiume Colorado, fino alla comune alternativa di Slab City, in California, e oltre. Strada facendo, incontrerà una serie di personaggi pittoreschi che vivono ai margini della società americana - uomini e donne che cambieranno la sua visione della vita, e che saranno a loro volta cambiati dall'incontro con lui. Alla fine, si metterà alla prova partendo da solo per le terre selvagge del grande nord, dove tutto quello che ha visto, imparato e vissuto lo condurrà verso un epilogo inatteso.
Il film mi è piaciuto parecchio. E' coinvolgente ed incalzante. Sean Penn ha scelto di raccontare questa storia alternando in continuazione momenti presenti a momenti passati della vita del protagonista. In questo modo, secondo me, è stato capace di mantenere viva l'attenzione dello spettatore. Mentre lo guardavo, mi chiedevo in continuazione dove sarebbe finito Chris con tutti i pensieri che aveva. Lui .. così estremamente inquieto a causa di una famiglia che pretende di essere felice e perfetta, ma che lo è solo in apparenza.
Non è mi piaciuto solo il finale. Mi riferisco a come è stata girata la scena, non a come è finita la storia (anche perché essendo una storia vera, non posso mettermi a contestare l'evoluzione dei fatti). L'ho trovato un po' eccessivo ed esasperato. Unico piccolo neo.
Penso che a tutti capiti di aver voglia di scappare e mollare tutto almeno una volta nella vita. Non so sinceramente quanti sceglierebbero una esperienza così avventurosa, in cui non sai davvero cosa ti potrà capitare. E soprattutto come metà l'Alaska.
Ora riporto qualche frase chiave.
La felicità è reale solo se viene condivisa…
Nella vita quello che conta non è essere forti ma sentirsi forti .
se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila…
Ti sbagli se pensi che le gioie della vita vengano soprattutto dai rapporti tra le persone. Dio ha messo la felicità dappertutto, è ovunque, in tutto ciò di cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo di vedere le cose.
Non voglio avere soldi. I soldi rendono le persone prudenti.
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