Che l'amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore (Emily Dickinson).



giovedì 24 dicembre 2015

Prospettiva di Parigi

La mia visita di fine novembre a Parigi merita un post... o meglio Parigi se lo merita.

A settembre non stavo certo pensando di tornare a breve nella capitale francese dopo la mia ultima visita del mitico capodanno 2006/2007.
Parigi non è infatti presente nell'elenco annotato qui sul blog delle mete dove vorrei fare ritorno.
Il ritorno era nell'aria in realtà: giusto qualche settimana prima di prenotare mi sono ritrovata a parlare di Parigi e del fatto che sì, tutto sommato, avrei voluto tornarci.
A dire il vero, in questi anni l'avevo sempre osservata da lontano, l'aveo sempre tenuta un po' sotto controllo. 
Complice in questo senso è stato il film di Woody Allen "Midnight in Paris", che ho voluto rivedere prima di partire. Un film originale, geniale e che introduce perfettamente alla bellezza di questa città e delle zone poco distanti (Versailles, Giverny..). 
Oltre ai film, però, devo citare un bravissimo fotografo scoperto su Instagram, Vutheara, (https://www.instagram.com/vutheara/; http://www.vutheara.com/) che rende perfettamente omaggio alla sua città base e che ha contribuito a tener vivo il mio interesse per Parigi. 

Sta di fatto che il potere di una promozione della Vueling è elevato e a settembre, con ben due mesi di anticipo, prenotiamo il nostro volo in pochi secondi.

Nel frattempo la città viene sconvolta dagli attentati terroristici del 13 novembre e noi tentenniamo un po'.  
La mia incoscienza e la voglia comune di andare all'estero sono solo scalfite e, nonostante i dubbi di molti, decidiamo di andare ugualmente. 

Troviamo una città a tratti vuota in zone di solito affollate. 
Nessuna coda per entrare a Louvre, calca quasi assente per vedere la Gioconda (non mi sto lamentando).
Nonostante le ferite però, la città vuole riprendersi. La gente non demorde e ciò lo cogliamo soprattutto nei ristoratori, sempre gentili e affabili anche di fronte al nostro francese non proprio madrelingua.

La mia impressione di Parigi è che sia sicuramente una delle più belle città d'Europa a livello urbanistico e lo deve all'uniformità dello stile delle sue case. 
Non esistono condomini moderni e quindi ogni casa è un gioiello in sé e per sé. 
Un esempio in questo senso è Rue de Rivoli, che costeggia il Louvre tra l'altro. Il punto debole è il caos perchè è una via molto trafficata. Un tramonto dorato sulle sue case però può far passare sopra ad ogni cosa.

Parigi è quindi una città omogenea, al punto che i francesi sembrano maniaci dell'ordine urbanistico. 
Questo è evidente ad esempio al Palais Royal, dove la prospettiva è la regina indiscussa.


Quest'ossessione dei francesi (detto in senso buono) si vede anche nei viali alberati, dove le piante sono tutte esattamente potate con forme geometriche in modo da creare linee pulite.. vedi ad esempio le forme rettangolari degli alberi degli Champs Elysees o dei giardini degli Champs de Mars.

La vera sorpresa per me è stata il Jardin de Luxembourg, un parco che si trova a sud di San Germain de Pres e che è davvero pensato per essere vivibile. Non è solo un pezzo di verde buttato lì per far respirare la città. E' un luogo tenuto benissimo, con tante sedie che si possono prendere e spostare in giro come si vuole. 

L'ordine e l'equilibrio di Parigi non sono improvvisati ma qualcosa di ben radicato in questa città, basti a pensare a Place de Vosges.

Dopo tanti viaggi,  qui mi è venuta voglia di fermarmi. Il mio pensiero è stato: questa città meriterebbe di essere vissuta, non solo visitata.

Il mio augurio per il nostro prossimo incontro è però aver anche tempo per vedere Giverny e Versaille, che purtroppo ancora oggi mi mancano all'appello.

à bientôt


Indirizzi utili:
- Le centre du monde, cucina francese con ottimo rapporto qualità - prezzo. Menù a pranzo e a cena per tutte le fasce di prezzo. http://lecentredumonde-paris.com/
- Le faubourg, ottimo per la colazione. /.50 per croissant, baguette, burro marmellata, bevanda calda a scelta e succo di fretta. https://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187147-d3435679-Reviews-Le_faubourg-Paris_Ile_de_France.html

domenica 1 novembre 2015

ore 20.15



Girovagando per casa, mi cade l'occhio sul telefono.
E' sera, è un orario che per la mia mente evoca qualcosa di familiare.
"Dovrei chiamarla".
"E' un po' che non sento la sua voce".

Un secondo dopo realizzo che ovviamente non posso farti nessuna telefonata.
Mi chiedo come posso avere avuto questo momento di confusione.
Il desiderio di averti ancora qui mi ha fatto dimenticare tutto di colpo e sono rimbalzata indietro di quattro anni per un istante.

Tuttavia, sono contenta che il mio pensiero fosse sbagliato, anche se questo significa che non sei più qui.
Sono contenta perchè non è vero che mi sono scordata di chiamarti perchè non ho mai dimenticato di farlo in generale.
Non ho mai mancato ad un appuntamento con te.
E ora c'è sempre un posto per te nei miei pensieri.



venerdì 23 ottobre 2015

Non scrivo più.


Le scuse che mi sono creata sono state diverse.
Tra le tante, è emersa questa: "scrivo già tanto altrove".
In questo caso non mentivo perchè effettivamente era così dato che da un anno fa circa ho dedicato molte energie ad esercitarmi a scrivere.
Ciò è dovuto al fatto che alla facoltà di Giurisprudenza sono ancora convinti che il giurista (futuro avvocato, magistrato, notaio, ecc) non abbia necessità di continuare a scrivere correttamente.
Nella nostro corso di laurea, gli esami scritti sono pochissimi.  Peccato che la maggior parte dei concorsi/esame preveda una prova scritta e che la scrittura di atti è l'attività principale nelle professioni legali. Peccato che saper scrivere mi sembra essenziale anche al di fuori delle professioni legali canoniche.

Ma torniamo al blog. Le mie energie sono spese in buona parte altrove, mi dicevo, ma sapevo che questo non giustificava del tutto la mia recente pigrizia.

La verità è che in questi mesi non ho avuto voglia di fermarmi a pensare per diverse ragioni.

Sto vivendo finalmente rapporti sani.
Non ci sono più situazioni che mi tormentino come accadeva un tempo.
Ciò che non funzionava è venuto meno o ha preso risvolti positivi inaspettati.
Ho notato però che la gente sembra ormai diffidente davanti alla felicità altrui e spesso crede che si tratti solo di "scelte ragionate".
Sono scelte sane, non ragionate; ma non sono neanche scelte a dire il vero, perchè è solo questione di spontaneità.

Tutto ciò mi è di grande aiuto in questo momento di forte incertezza per il mio futuro.
Fino a luglio ero abbastanza spensierata e fiduciosa.
Il mio futuro era ugualmente incerto ma io non percepivo ancora appieno questa cosa.
Dopo il concorso qualcosa è cambiato, perchè si è, almeno in parte, spento quell'interruttore che mi faceva essere sempre positiva di fronte ai dubbi.

Qui sorge l'altra ragione per cui non ho avuto voglia di fermarmi a pensare.
Quando lo faccio per pochi secondi divento solo preda di preoccupazioni infatti e mi scoraggio fino al punto di voler quasi mollare ogni ambizione.

Intorno a me tante persone invece insistono affinchè io le coltivi.
"Non ci sono dubbi che tu prima o poi ce la possa fare"
"Nessuno è così motivato su questo obiettivo"
"Ovviamente non c'erano dubbi sull'esito del suo esame, ci siamo presi un po' di tempo solo per compilare le carte necessarie"
" Si va bene, ha passato l'esame, ma continua a studiare per il suo sogno vero?"

A dire il vero, io stessa non voglio smettere di pensare in grande.. e forse questa settimana l'interruttore si è finalmente acceso di nuovo.




giovedì 2 luglio 2015

Primavera pavese




A luglio 2014, in una sera che nasceva per essere spensierata, qualcuno 
provocatoriamente mi chiedeva come mai io, giurista in erba, avessi scelto di 
fare un'esperienza lavorativa con ragazzini.. un'esperienza che poco 
c'entrava con il mio percorso universitario.

In realtà, quella sera neanche dovetti rispondere a quella scomoda domanda. 
Qualcuno con un maggior tempismo mi fece il favore di rispondere al posto mio, 
dicendo che la professione che avrei voluto fare richiede di saper mettersi
 alla prova ogni giorno, 
anche con materie mai affrontate prima d'ora.

Nulla accade per caso, questo mi è chiaro ormai.

A distanza di qualche mese mi sono ritrovata infatti a lavorare con i giovani 
un'altra volta.

Mi sono sentita fortunata in quel periodo.
Ogni volta che andavo via dall'università ero esausta, ma, al tempo stesso, carica di un'energia positiva 
pazzesca e inebriante.

È una sensazione che non ho mai provato nella mia più lunga esperienza 
lavorativa purtroppo e so benissimo il motivo.
È questione di sentirsi al posto giusto nel momento giusto. 
È qualcosa che ti fa andare avanti per ore, senza sentire la stanchezza e facendoti dimenticare qualsiasi altra 
cosa ruoti attorno a noi.

Un'esperienza che mi ha lasciato un bel sorriso sulle labbra, anche se, il silenzio è calato non appena gli studenti mi hanno visto arrivare. Come se non potessero più parlare di cavolate e dovessero per forza stare seri.

Tutti i loro occhi  puntati addosso mi hanno fatto sentire "dall'altra parte". 

Il lato dei "vecchi", che in realtà è solo quello degli studenti un po' cresciuti al 
momento.



Voglio pensare positivo, voglio pensare che tutto andrà bene. 





giovedì 26 marzo 2015

Abbiamo sogni.



Abbiamo sogni, speranze e un futuro tutto da scrivere.
Alcuni obbiettivi sono facili da realizzare: basta alzarsi una mattina e decidere di fare finalmente quella cosa a cui per tanto tempo abbiamo pensato.
Per esempio, questa domenica parteciperò alla mia prima corsa cittadina.
Mi è bastato un click per buttarmi nella mischia e ora non mi resta che puntare la sveglia presto e arrivare puntuale in piazza Duomo.

Per altri sogni, invece, è necessario  fare molto di più, soprattutto se si  tratta del lavoro che un giorno vorremmo poter fare.

Come minimo dobbiamo superare un test d'ingresso all'università per esempio.
Poi vengono gli esami, la discussione di laurea.

Inizia quindi già il calvario dei colloqui per alcuni, per altri quello dei concorsi e esami.

E' dura stare dietro ai propri sogni giorno dopo giorno e non è facile avere la voglia di lavorare sempre duramente per poterli raggiungere..

Il futuro è tutto da scrivere, dicevo. Ogni giorno rappresenta una nuova pagina. Una pagina che non può restare vuota, che deve essere riempita, possibilmente con qualcosa di utile per il nostro avvenire.

Questa sembra essere la parte difficile: dire di sì ogni giorno. Confermare tutte le mattine la nostra voglia di portare il risultato a casa.

In realtà, però, secondo me la parte più difficile sono tutti quei no che siamo costretti a dire per poter finalmente dire quel si  in via definitiva al lavoro dei nostri sogni, un giorno o l'altro.
E' lì che senti che ti sta mancando il terreno sotto i piedi e che capisci che stai davvero rischiando il tutto per tutto.

Tutte le rinunce che si devono fare, per l'unico grande obiettivo finale.
Tutte le scommesse giocate su quell'unico risultato, mettendo da parte tutto ciò che con esso non è compatibile.
Tutte le porte aperte davanti a voi che siamo noi stessi a chiudere.

Quante volte dobbiamo manifestare la nostra fervida intenzione di volercela fare?
Quante volte devo confermare che è questa la strada che voglio seguire?

e soprattutto.. ne varrà la pena?
Speriamo di sì.

lunedì 26 gennaio 2015

Estate, 1998


Diano Marina mi sembrava una metropoli.
Io ero bambina all'epoca, quindi, certo, tutto mi sembrava più grande.
Ma non era solo questo.
Ci andavamo in un giorno preciso, ovvero per il mercato del martedì.
Già arrivarci mi sembrava un'impresa.
Prendevamo la corriera davanti al nostro albergo, sperduto tra le colline di ulivi e quelle poche case sparse qua e là.
Aspettavamo all'ombra e il pullman appariva come un miraggio nel deserto.
Scendevamo tra le curve di ulivi, col pensiero di saltare giù alla fermata giusta.

A Diano c'era tantissima gente in confronto.
Turisti, traffico, la ferrovia..
Le cose da fare erano tante e il tempo non era mai abbastanza.
C'era da andare dal parrucchiere, da cui tu uscivi ancora più perfetta e ordinata di quanto già non fossi.
C'era da comprare i nostri biscotti al limone, che divoravamo mentre facevamo ritorno all'albergo.
C'era da addentrarsi nelle mille bancarelle, in cui tu ti destreggiavi senza problemi.

Quello era il caos a cui tu eri abituata anche nel nostro piccolo paese, era il tuo habitat naturale.
Eri la mia guida in quella confusione..

..e ancora lo sei oggi per tante altre cose.