Che l'amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore (Emily Dickinson).



domenica 8 dicembre 2013

365giornidopo


"E' stato un bell'anno."
"E pensa che andrà sempre meglio."
"Non ci avrei mai scommesso."
"Quando non ci avresti scommesso?"

Se torno con la mente al 4 gennaio, mi vengono in mente due cose: uno dei tramonti più belli che abbia mai visto e l'ennesima coincidenza assurda che mi ha lasciato stranita.
Così è iniziato il mio duemilaecredici, un anno estremamente nostalgico, in cui  passato e presente si sono rimbalzati la palla in continuazione, finendo per condizionare inevitabilmente il futuro.

Il bello della vita è la sua imprevedibilità, l'impossibilità di fare scommesse su ciò che accadrà.
Nel bene e nel male, lo sappiamo.
L'importante è sapere cogliere le opportunità e le seconde chances che ci si presentano davanti.
Non sono molte, per questo dobbiamo avere il coraggio di sfruttarle.
Perdere le possibilità di cambiare per rimanere inchiodati sui nostri limiti è davvero un peccato.

Potenzialmente scriviamo e riscriviamo ogni giorno la nostra storia. Ciò che dieci anni fa rappresentava un ostacolo insormontabile, o una solida certezza, in un istante si può frantumare in polvere.

Qualche settimana fa riflettevo sulle condizioni limitanti, sul fatto che ognuno purtroppo ha un difetto. Un difetto che non si può nascondere e che gli altri percepiscono. Ho pensato di essere ambiziosa e mi sono detta "voglio eliminare il mio più grande limite, sempre che io abbia effettivamente capito qual è."
Ovviamente a parlare era quella parte di me che non è mai soddisfatta in pieno di se stessa e che chiede sempre di più.
Il mio io più severo.

Il caso, ma in realtà sono sempre più convinta che ci sia ben poco di casuale, ha fatto sì che dal confronto con altre persone emergesse che a volte alcuni difetti ci servono e che non sono dei veri e propri limiti, anzi ci impediscono di essere qualcosa di peggiore, qualcosa che sarebbe ancora più distante dall'immagine che abbiamo di noi stessi.
Inoltre, se è pur vero che è doveroso far qualcosa per essere persone migliori, non bisogna dimenticarsi che amare se stessi è fondamentale.
Dovrebbe essere il nostro punto di partenza, ma spesso in realtà si trasforma in una boa che raggiungiamo sfiniti dopo una faticosa nuotata in un mare agitato.

Quest'anno mi sono svegliata grande, adulta. E' questo ciò che sono oggi, una donna.
Devo ancora prenderci le misure a volte e in certi momenti è una veste che voglio ancora mettere da parte. Come quando qualcuno si sbaglia di dirmi "Buongiorno signora" e mi irrita molto.

Sono abbastanza convinta che ci sarà un terzo tempo prima o poi, anche se appunto non posso scommetterci.
Se davvero capiterà, voglio ricordarmi chi sono e non cedere alla tentazione che quella assenza per ora incolmabile possa tornare ad essere una presenza.

Mi rimetto ai blocchi di partenza e riparto da me, è questo il regalo che voglio fare a me stessa per questo Natale.


Ah, e speriamo che davvero sia sempre meglio.



I miei quindici anni tetri
La prof che mi odiava la fuga da casa 

Il tuffo da sei metri e quando scopri 
Che nessuno guardava 
Il posto di blocco l'amore non corrisposto 

Quando ho rubato e poi m'hanno preso 
E neanche io ci credevo che avevo fatto il botto 
Il taglio sul ginocchio la bici nel fosso 
Il pugno nell'occhio ogni semaforo rosso 
Fu per arrivare a te 
La mia prima sbronza anche la seconda 
Il poster nella stanza il viaggio in ambulanza 
Fu per arrivare a te 
Dormire alla stazione la manifestazione 
Il quaderno con scritto il testo della canzone 
Fu per arrivare a te 
Ogni donna sbagliata il diploma per un pelo 
Quella gomma bucata mentre tuona il cielo 
Fu per arrivare a te

lunedì 25 novembre 2013

Magica Venezia

Venezia, uno dei tanti gioielli che solo l'Italia può vantare.
Così unica che gli americani si sono inventati un albergo a Las Vegas per cercare di averne un pezzetto per loro.
Una città magica, al punto da sembrare finta.
Estremamente affollata nelle strette vie del suo centro, tanto da dover sgomitare per farsi strada e riprendere a respirare a causa della sua umidità.
Silenziosa e oscura appena si abbandona San Marco, al punto che l'unico rumore percepibile è l'acqua mossa dalle barche che sfrecciano sui suoi canali. Di notte, quell'acqua, che si trasforma in inchiostro nero, dondola appena le barche ormeggiate su cui i veneziani si siedono a bere le ombre e a gustare i cichetti.
Venezia ricorda un dipinto e perfino quando passeggi per le calli e i sottoporteghi pervasi dal forte odore di fritto, viene da chiedersi se esista davvero.

Di seguito elenco le tappe imperdibili, con un consiglio che magari può apparire banale: prestate attenzione ai dettagli dei palazzi veneziani, io sono rimasta affascinata proprio da questi piccoli particolari (se paragonati alla maestosità complessiva degli edifici).

1. Giro sul Canal Grande. 
Prendete il vaporetto n. 1 (costo del biglietto 7 euro circa) e rimarrete senza fiato ammirando la serie infinita di palazzi si affacciano sul Canal Grande, il Ponte di Rialto e infine a Piazza San Marco. 




















2. Quartiere di Castello.
Tranquillo quartiere in cui perdersi girando per le piccole vie. Qui tutto è talmente magico che perfino i panni stesi ad asciugare sui fili incuriosiscono i turisti. Nasconde una piccola perla, la Libreria Acqua Alta.  http://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187870-d2208448-Reviews-Libreria_Acqua_AltaVenice_Veneto.html














3. Palazzo Ducale.
Maestoso e affascinante. Un vero capolavoro, così come il celebre Ponte dei Sospiri. Bellissima la vista sull'isola di San Giorgio.





4. San Marco.
Non c'è bisogno di descrivere una delle più belle piazze d'Italia su cui si affacciano l'omonima basilica dai mosaici dorati, il campanile, la torre dell'orologio. Tutto in una cornice di portici dalle mille arcate.

5. Basilica dei Frari e Santa Croce. 
Altro quartiere delizioso su cui si staglia questa immensa chiesa.

6. Palazzo Contarini Bovolo.
Nascosto tra le vie di San Marco, un'altra piccola perla da non perdere.
7. Cannaregio.
Quartiere meno affollato e infatti più tranquillo e autentico. Qui si trova il ghetto ebraico. 
Merita in particolare una passeggiata lungo le Fondamenta.
  
8. Dorsoduro.
Girovagando per questo sestiere si incrocia uno sguero, ovvero un cantiere per barche, e si arriva alla Giudecca. Da qui la vista su San Marco e San Giorgio è formidabile, così come la bella Chiesa della Salute. 


9. La Biennale.
Con il restauro del soffitto di Galileo Chini, la mostra ha da quest'anno un valore in più. E' un'esperienza da fare una volta nella vita, addirittura spirituale per certi versi. Possibilmente è preferibile essere accompagnati da una guida 

DOVE MANGIARE A VENEZIA:
- Pranzo veloce alla Rosticceria Gislon, http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187870-d1320404-Reviews-Rosticceria_Gislon-Venice_Veneto.html, favolosa la mozzarella in carrozza con l'acciuga. 
- Cena da Marisa, http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187870-d1088067-Reviews-Da_Marisa-Venice_Veneto.html, menù di pesce o carne (meglio prenotare per poter scegliere ed essere sicuri di trovare posto). Con 30 euro mangerete quattro/cinque antipasti (ottimi il branzino marinato e il polipetto con la polenta), un primo e la frittura di pesce, comprese le bevande e il caffè.
- Dopo cena al Parlamento (Cannaregio) o in Erbaria, dove i veneziani si ritrovano all'aperto.

Se visitate Venezia in primavera o estate, obbligatorio il "Bacaro Tour": in alternativa alla tradizionale cena girate per i bacari e assaggiate i cichetti (sostanzialmente delle tapas) accompagnati dalle ombre di vino o dallo spritz. 
Ecco un percorso consigliato da Cannaregio a Rialto.




martedì 5 novembre 2013

Il mio rifugio


Non ero molto convinta in partenza.
Il bianco mi aveva fatto storcere la bocca: ecco comparire la mia tipica espressione di disappunto.
Mi sembrava banale, noioso.
E poi me l'ero ripromesso: avevo già vissuto a sufficienza in una casa dalle pareti troppo candide.

E' così che ho deciso di dipingere alcune pareti di casa con colori importanti: bronzo scuro (e chi l'avrebbe mai detto? il marrone neanche mi piaceva una volta),  rosso fuoco e argento sfumato. Alcune pareti, appunto.

Sennonchè, le circostanze più o meno causali hanno fatto sì che quello che è definito il non colore tornasse prepotentemente nella mia vita.
In primis il pavimento: ho finito per scegliere un parquet sbiancato che ricorda il legno della betulla. L'idea mi è venuta una sera durante l'inaugurazione di una galleria d'arte. Lì però era il soffitto ad avere le travi sbiancate.
Poi le porte: avrebbero dovuto essere color canapa.. e invece sono arrivate bianche e così le abbiamo tenute.
Infine gli armadi e la cucina (e ovviamente di conseguenza il mobile tv): anche qui il bianco mi ha stregato.

Alla fine quel bianco è stata una benedizione. Mi sono resa tra l'altro conto sfogliando le riviste che molte case a cui vengono dedicati servizi sono quasi interamente bianche al loro interno. Come tele sempre pronte per essere rinnovate dai proprietari attraverso l'uso degli oggetti.

Ma soprattutto, quello che conta davvero è che ho ottenuto una casa pura.
Una casa anestetizzata, che non trasuda quanto è accaduto qui nei tempi precedenti.
Una casa dove ricominciare, creando ricordi nuovi.
Una casa dove tirare un sospiro di sollievo dopo una doccia bollente.
Una casa che è una culla, un luogo dove mi rilasso.. soprattutto quando ho la fortuna di passarci del tempo la mattina e il sole splende proprio sul mio letto.
Una casa dove finalmente mi sento a casa. 


domenica 27 ottobre 2013

Cinicamente qui.


Ho appena sentito alla radio che Lou Reed ci ha lasciati.
Mi sorprende positivamente vedere su facebook quanta gente stia condividendo i video delle sue canzoni più celebri.
Effettivamente Lou ha fatto molta compagni anche a me in questi anni.
Mi ricordo la mostra di Andy Warhol alla Triennale, quando Milano non era ancora la mia casa. In quell'occasione ho conosciuto la musica dei Velvet Underground.
Ricordo che avevo scritto il testo di "I'll be your mirror" su un biglietto per il ragazzo con cui stavo all'epoca.

Qualche tempo dopo una pubblicità in tv mi ha regalato "Sunday Morning", uno di quei pezzi che ti danno sempre la sensazione di essere in pace con il mondo intero, qualsiasi cosa succeda..

Non contenta della dedica da ragazzina sul biglietto, qualche anno mi fa sono ripetuta qui sul blog (http://ilariaot.blogspot.it/2008/11/questa-settimana-aggiornare-il-blog.html), accostando "Perfect day" ad una giornata estremamente spensierata in cui avevo sognato ad occhi aperti.

Questa sera mi ritrovo a pensare a quel giorno così lontano in cui stavo bene al punto di definirlo il mio "perfect day".Questo accadeva nonostante da mesi avessi una domanda che mi martellava in testa da mesi.

Il ricordo della sensazione che ho provato quel giorno mi impressiona. Soprattutto adesso, ora che mi sento sempre più cinica e che è da un po' che non me vado più in giro con quell'aria trasognata. O forse è solo che in questo momento mi voglio sentire così.

Eppure già solo il titolo che ho scelto di dare a questo spazio rosa mi dovrebbe far sorridere.
Come se non bastasse, aggiungiamoci il fatto che mi ritrovo ad ascoltare canzoni che strapperebbero lacrime anche ad un cuore di pietra.

Tuttavia, oggi non riesco a non essere perplessa su quello che dovrebbe essere il sentimento più forte in assoluto.

Non è che forse questo amore sia stato un po' sopravvalutato?

Calvin Harris . I need your love

venerdì 4 ottobre 2013

Io e una città.

Milano.. un posto dove sentirsi al centro del mondo.
Milano è un giro improvvisato sullo scooter prestato un amico in una sera di tarda estate.. col casco un po' troppo largo..
Milano è una corsa disperata per fermare il tram 15 affinchè la tua amica, che invece non può correre per via dei tacchi, possa salirci all'ultimo. Ma qui, se pensi di star correndo come un matto, non sei mai solo..
Milano è una cena messicana e improbabili coreografie nel soggiorno di casa.
Milano è la mia ancora che finalmente ha trovato l'appiglio a cui agganciarsi.
Milano, chiunque può iniziare e finire qui.
Milano, è fermarsi ad osservare chi ti circonda e sentirsi a casa. 

Love Illumination - Franz Ferdinand

lunedì 30 settembre 2013

Da Dalyan ad Antalya

Dalyan. 
Qui si può fare un giro in battello sull'omonimo canale e si possono vedere le tombe licie risalenti al quarto secolo a.C. scavate nella parete rocciosa della montagna. La vista è da restare senza fiato perchè i templi hanno un che di incredibile. 
I battelli portano infine alla spiaggia di Iztuzu, nota per l’allevamento delle tartarughe Caretta Caretta. E' una spiaggia molto grande, con parte attrezzata e libera. Sono presenti un bar e i servizi.
 
Fethiye. 
Il paese è un buon punto di riferimento per girare la zona, ovvero fare un giro in barca alle 12 isole (soprattutto alla spiaggia di Cleopatra o dei cedri) e ad olud zenid. 
In quest’ultima spiaggia, una sorta di laguna (da qui il nome che significa Mar Morto), vi consiglio di andare la mattina perché è letteralmente presa d’assalto. Lettini ovunque, praticamente dentro il mare addirittura. L'accesso alla spiaggia è a pagamento ma il costo è molto contenuto. Sono presenti diversi bar. In generale è una zona piuttosto umida dove raramente c'è vento. Ottimo posto per fare snorkeling.
Il paese di Fethiye non è particolarmente degno di nota ed è meta soprattutto di inglesi. Questo aspetto non è positivo purtroppo: alcune zone limitrofe sono state trasformate in "lunapark" per turisti, con ristoranti non tipici, negozi di souvenir tutti uguali, musica ad alto volume e luci al neon..  

  
Altro luogo interessante della zona è il canyon di Saklikent.
Qui si può percorrere tutto il canyon a piedi. Se non siete avezzi a questo genere di esperienze è indispensabile l’aiuto di una guida del posto perché alcuni tratti non sono facili da scalare.
Il sito non è particolarmente sorvegliato e vi accedono anche famiglie con bambini, cosa che è meglio non fare proprio per la difficoltà del percorso. Passerete in mezzo alle acque ghiacciate del torrente e poi proseguirete tra le pareti del canyon che si avvicinano sempre di più. Indispensabile per non scivolare e farsi male è noleggiare le scarpette di plastica nera all’entrata del canyon. Ridicole ma vi salveranno la pelle. Occhio a portare la macchina fotografica, rischiate di farle fare un bel tuffo nell'acqua..
 
Kas. 

Molto più carina e caratteristica rispetto a Fethiye. Il golfo davanti a Kas è bellissimo, così come le spiagge di Kalkan (anche il paesino merita) e Kaputas, priva di quasi ogni servizio, se non fatta eccezione per un bar molto rustico. In queste due spiagge il mare è cristallino!

 

Devren. 
Questo paesino è meta di molti turisti russi che vengono a visitare la piccola chiesa di San Nicola.  
Dal porto di Cayagzi si può raggiungere l’isola di Kekova. Oltre a vedere la città sommersa dei lici, al castello di Kalekoy e ai sarcofagi in mezzo al mare, si può fare un’ulteriore esperienza stupenda: il bagno con le tartarughe Caretta Caretta! L'esperienza merita assolutamente quindi portatevi maschera e pinne!

  

venerdì 20 settembre 2013

Konya, Pamukkale ed Efeso




Lungo la strada dalla Cappadocia a Konya, non si può saltare il caravanserraglio di Sultanhani. Inizialmente era un luogo di riposo per le carovane che percorrevano la via della seta. In seguito è stato convertito in un mercato. La visita costa solo tre lire turche. 

A Konya, obbligatorio fare un salto al mausoleo di Mevlana, umanista turco la cui storia va la pena conoscere. Il mausoleo è inoltre uno splendido luogo per ricordarsi che viaggiare non significa solo visitare monumenti, ma anche conoscere e osservare un po’ la gente del posto. In questo caso, il mausoleo permette senz’altro di osservare meglio i turchi dato che i pellegrini sono sempre tantissimi.











Hierapolis e Pamukkale.
E’ sicuramente consigliabile iniziare la visita dal sito archeologico, andandoci la mattina presto. In questa zona, infatti, il clima è piuttosto caldo ed umido. Bellissimo il teatro.










Le pozze di travertino di Pamukkale si trovano sotto il sito archeologico e riservano uno spettacolo pressoché unico. La roccia bianca è accecante. Portatevi il costume e fate il bagno nelle pozze. E’sufficiente scendere un po’ per trovarne alcune poco affollate. E’ un’esperienza che vale la pena provare. Non è invece degna di nota la piscina di Cleopatra,  che è super affollata e a pagamento.
Efeso.

Ancora più emozionante rispetto a Hierapolis è il sito archeologico di Efeso, soprattutto per la via dei Cureti e la Biblioteca di Celso. Anche qui la temperatura è piuttosto elevata, meglio andarci la mattina. Non particolarmente degna di nota è invece la casa in cui si narra che la Madonna parte della sua vita. 




Una vera sorpresa è invece il paese di Sirinice. Autentico, rustico, ogni angolo è un gioiello. Mi raccomando, non limitatevi alla zona dei mercatini e girate per le vie laterali, meritano molto.


lunedì 9 settembre 2013

Cappadocia.


Per arrivarci da Istanbul si può fare tappa ad Ankara, anche se questa città vi sembrerà anonima rispetto alla prima. Non c’è competizione d'altronde.  Il Castello è conservato piuttosto rusticamente. Il Museo delle civiltà anatoliche merita, ma negli ultimi anni buona parte dell’esposizione è chiusa per restauri dell’edificio. Imponente e interessante è invece il mausoleo di Ataturk.

Proseguendo per la Cappadocia, vale la pena fermarsi all’immenso lago salato Tuz Golu. Un paesaggio lunare su cui camminare a pieni nudi volendo. Incredibile il contrasto con le campagne dalle tinte ocra del grano che lo circondano. Talvolta il lago assume delle surreali sfumature viola.

Altra tappa prima di entrare nel vivo della Cappadocia è  il lago nel cratere di narli gol e la vicina Valle di Ihlara. Un canyon in cui si possono vedere alcune chiese scavate all’interno della roccia.









Goreme.

 In questo villaggio si può visitare il Museo a Cielo Aperto, ovvero un insieme di chiese e cappelle scavate nelle formazioni rocciose tipiche di questa zona. Si tratta di cenere vulcanica che si è depositata e che è stata lavorata dagli agenti atmosferici dando vita a forme originali e talvolta un po’ bizzarre.
Nei dintorni di Goreme si possono visitare altre vallate, come la Valle dell’Amore, la Valle dei Piccioni e la Valle delle Rose, nonché i camini delle fate, caratterizzate da formazioni rocciose sempre diverse. E’ meglio alzarsi un po’ presto la mattina, questi siti si affollano presto di gente.


Un’esperienza unica è senz’altro ammirarle dall’alto di una mongolfiera alle prime luci del mattino. Io ho volato con la Istanbul Ballons ed è stato emozionante. Costo 150 euro, li vale tutti!

Uchisar. 
Qui è presente una formazione rocciosa che può ricordare la forma di un castello. Bellissima anche la vallata di fronte perché in questo caso le rocce sembrano dune di sabbia.










Città sotterranea di Kaymakli.

Questo luogo, assieme ad altri cento almeno, offriva protezione ai cristiani dai passaggi degli eserciti persiani e arabi. Se soffrite seriamente di claustrofobia pensate bene se potreste andare in difficoltà nel dover passare in cunicoli molto stretti. La visita è pero molto interessante!




Valle di Soganli. 
Anche in questa vallata, ricca di alberi di albicocche, sono presenti alcune chiese rupestri da vedere. Se vi trovate in questa zona all’ora di pranzo fermatevi al ristorante Soganli, di proprietà dell’attuale sindaco del paese. Mangerete a volontà spendendo poco, all’ombra degli albicocchi. Relax assicurato e rischio pennichella del dopo pranzo elevatissimo.