Che l'amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell'amore (Emily Dickinson).



martedì 5 novembre 2013

Il mio rifugio


Non ero molto convinta in partenza.
Il bianco mi aveva fatto storcere la bocca: ecco comparire la mia tipica espressione di disappunto.
Mi sembrava banale, noioso.
E poi me l'ero ripromesso: avevo già vissuto a sufficienza in una casa dalle pareti troppo candide.

E' così che ho deciso di dipingere alcune pareti di casa con colori importanti: bronzo scuro (e chi l'avrebbe mai detto? il marrone neanche mi piaceva una volta),  rosso fuoco e argento sfumato. Alcune pareti, appunto.

Sennonchè, le circostanze più o meno causali hanno fatto sì che quello che è definito il non colore tornasse prepotentemente nella mia vita.
In primis il pavimento: ho finito per scegliere un parquet sbiancato che ricorda il legno della betulla. L'idea mi è venuta una sera durante l'inaugurazione di una galleria d'arte. Lì però era il soffitto ad avere le travi sbiancate.
Poi le porte: avrebbero dovuto essere color canapa.. e invece sono arrivate bianche e così le abbiamo tenute.
Infine gli armadi e la cucina (e ovviamente di conseguenza il mobile tv): anche qui il bianco mi ha stregato.

Alla fine quel bianco è stata una benedizione. Mi sono resa tra l'altro conto sfogliando le riviste che molte case a cui vengono dedicati servizi sono quasi interamente bianche al loro interno. Come tele sempre pronte per essere rinnovate dai proprietari attraverso l'uso degli oggetti.

Ma soprattutto, quello che conta davvero è che ho ottenuto una casa pura.
Una casa anestetizzata, che non trasuda quanto è accaduto qui nei tempi precedenti.
Una casa dove ricominciare, creando ricordi nuovi.
Una casa dove tirare un sospiro di sollievo dopo una doccia bollente.
Una casa che è una culla, un luogo dove mi rilasso.. soprattutto quando ho la fortuna di passarci del tempo la mattina e il sole splende proprio sul mio letto.
Una casa dove finalmente mi sento a casa. 


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