Sto pensando a quella poesia di Montale
dedicata alla sua compagna.
"Ho sceso dandoti il braccio" si intitola.
http://www.stedo.it/poesie/montale5.htm
Mi è venuta in mente così.
Dal nulla, quasi.
Non è neanche tra le mie
preferite e, infatti, non è tra quelle che sono pronte ad aspettarmi quando faccio ritorno ad Ivrea, appese nella mia stanza dal 2006.
Capita a tutti no?
Di colpo ci vengono in
mente ricordi a cui non pensavamo da un secolo e che fino ad un istante prima erano sepolti chissà dove.
Pensavo alla compagna di Montale, una donna estremamente miope, di cui lui si fidava ciecamente, scusate il gioco di parole, al punto da reputarla la sua guida nella vita.
Pensavo a tutte quelle volte che siamo
sicuri di qualcosa e chi sta davanti a noi ci fa capire che non si fida del tutto.
Indispone.
Soprattutto se hai davanti qualcuno che ti
conosce bene, o almeno credi. Ti sembra che in qualche
modo ti sfugga. Sempre.
Sarebbe bello invece lasciarsi guidare, non farsi prendere dallo scetticismo, non fare domande..
A volte però si oltrepassano bivi che noi non avremmo mai incrociato per conto nostro.
Non ci fermiamo davanti a porte su cui invece dobbiamo indugiare.. per poi finalmente aprirle una volta per tutte.
Ringraziamo chi ci lascia indietro ogni
tanto.
Così possiamo tornare a riaprire gli occhi e a vederci di nuovo.
Nessun commento:
Posta un commento