Torno a parlare di un evento davvero significato per chi abita ad Ivrea: il suo Carnevale.
Quando sei abituato ad avere qualcosa, spesso non riesci ad apprezzarne il valore, l'importanza.
Non so se esista qualche Eporediese a cui il Carnevale delle arance non piace. Tutti lo aspettano con ansia, molti vivono per quello.
Chi non abita ad Ivrea e non lo conosce non può capire cosa rappresenti questo momento e gli Eporediesi fan sempre la figura dei pazzi che si divertono a prendere arance in faccia e a riempirsi di lividi.
Ok è vero, in parte è così, ma il nostro Carnevale non è solo questo.
Ripeto, non so se ci sia qualcuno a cui non piace, però c'è sicuramente chi si trattiene.
Chi non si lascia andare nemmeno in quei 5 giorni. Neanche in quella sera della sfilata, sia essa quella di sabato o quella in maschera del giovedì.
Anni fa sono stata a Tropea. Parlando con ragazzi del liceo scientifico del posto, ho capito che quella piccola cittadina era sì un gioiello con un mare stupendo, ma era anche un mortorio. I ragazzi mi dicevano che non c'era mai nulla da fare, se non quando arrivava l'estate. Le discoteche del posto aprivano solo durante quei pochi mesi.
Francamente non capisco. Qualche volta è capitato anche a me, non lo nego, ma se c'è una cosa che ho capito di recente è che vivere col freno a mano tirato è uno spreco.
Rimandare il divertimento, l'essere senza pensieri ad un altro momento non è l'atteggiamento giusto
Perchè la verità è che non arriverà mai quell'altro momento.
E se rimandi una, due volte, diventerà un'abitudine.
Quando te ne accorgerai sarà troppo tardi. Avrai già raggiunto gli "enta" e passa se ti va bene, o gli "anta" se ti va male.
E pensare che c'è chi si sente vecchio già a 25 anni.
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