"Scorrono gli anni, volano i mesi e i giorni. Quanta pioggia è caduta, quanta neve! Ti svegli una mattina, e pare che sia finito un altro anno, ma è soltanto un nuovo giorno, e qua e là è spuntata una nuova ruga: sulla schiena, sul soffitto, sulla guancia. Quanta tristezza e quanti sorrisi, aspettative, incontri, speranze! Quando accadrà che io, lasciati da parte i pennelli, mi metterò seduto con la penna in mano a scrivere ancora qualche riga sulla mia vita?"
Nel 2015 ho scoperto questa frase di Marc Chagall, disegnata su una delle pareti dell'interno di Palazzo Reale a Milano, in occasione della mostra a lui dedicata.
Ricordo ancora le due ore e mezza trascorse ad ammirare i suoi quadri: un tempo piuttosto lungo per una mostra di quel tipo.
Tuttavia, ero rimasta molto stupita nel rendermi conto che fosse passato tutto quel tempo. Per me, era stato un attimo.
Cercando la frase, ho scoperto, in seguito, che fa parte delle memorie di Chagall e che si trattava di una riflessione proprio sulla variabile percezione dello scorrere del tempo.
"Io non vivo alla giornata, ma mi attraversano i venti dell'eternità, i problemi del tempo mi passano attraverso."
La fine dell'anno mi induce sempre a ripensare a tutti gli avvenimenti dei dodici mesi precedenti e a tirare le somme. Sicuramente, l'attuale percezione del mio 2016 è diversa da quella che avevo mentre lo stavo vivendo.
Spesso non sono stata contenta del verso che le cose stavano prendendo e, infatti, non a caso, sento molta voglia di riscatto dall'anno appena iniziato.
In questi giorni, però, mi sono spesso tornate in mente piccole cose per cui ogni anno della nostra vita può essere significativo già di per sè, anche senza i grandi cambiamenti che ci aspettiamo. Tutto sta nel voler rendersene conto.
Ad esempio, quest'anno ho finalmente letto un libro di Henning Mankell, ovvero "Delitto di mezza estate".
Ho scoperto una canzone bellissima, che è entrata subito nella lista di quelle "non posso vivere senza": Trains dei Porcupine Tree.
Sono stata in una città che non conoscevo assolutamente e che non pensavo potesse colpirmi positivamente: Berna.
Ho visitato l'Algarve, dove da tempo volevo andare.
Ho vinto una cena al ristorante "Piazza Duomo", ad Alba, da Enrico Crippa ed è stato l'avvenimento più sorpredente dell'anno, un'esperienza unica.
Mi sono commossa al cinema dopo tanto tempo, guardando "La pazza gioia".
Sono letteralmente morta dalle risate grazie alle marachelle del mio cane in montagna e a mio papà che cercava di porvi rimedio.
La Valchiusella mi ha colto alla sprovvista e, in un giorno di inverno, mi ha conquistata con la sua quiete.
In sintesi, è vero, 2017 ti sto caricando di grandi aspettative.
Mal che vada, però, ci saranno le piccole cose a farmi felice ogni giorno.