"Buonasera e benvenuta a bordo".
Non so voi, ma quando vado all'estero, capisco che il viaggio è finito quando la voce italiana dell'hostess mi accoglie sull'aereo.
E' in quel momento che scendo dalla nuvoletta e ritorno alla realtà.
Ogni volta ha un che di traumatico talmente è forte il mio amore per i viaggi.
Non avevo mai fatto una vacanza così, in due stati che hanno davvero poco in comune.
Com'è il Marocco?
Il Marocco mi è sembrato un luogo sospeso tra Africa e Medio Oriente ed è un posto dove so già che vorrei tornare: una settimana davvero non mi è bastata.
Marrakech è una città che forse non si può non visitare nella propria vita.
Caotica, rumorosa, ma anche magica.
La medersa, le tombe saadiane, i giardini Majorelle.. sono posti ricchi di fascino. La sinagoga mascosta tra le vie della Kasbah è un gioiellino.
C'è qualcosa di infernale poi nella notte di piazza Jemaa El Fna, avvolta dai fumi delle bancarelle di cibo e gremita di gente. All'inizio, ti senti disorientato quando ti fai strada tra i tizi che si portano dietro scimmie, i berberi che cantano e suonano, le donne che cercano di convincerti a fare l'henne, e l'avvoltoio.. e sì l'avvoltoio.
E' così che mi immagino che sia l'India, ma posso anche sbagliarmi.. adesso potrei essere davvero pronta per andarci.
Perchè è vero, l'impatto con piazza Jemaa el Fna è forte, ma dopo poco è facile prendere il ritmo di quella danza infernale, fino a sentirsi più tranquilli che a Milano.
Cosa mi porto dietro del popolo marocchino?
Sono gente in gamba, che sa che se il turista paga per qualcosa ha diritto ad essere trattato al meglio. E' questa l'idea che guida i marocchini quando ti accolgono nei ristoranti e fanno attenzione al fatto che nessuno si avvicini per importunare o rubare una borsetta. Un popolo da cui dovremmo certamente trarre esempio in questo senso.
A volte sono pressanti, anche questo è vero. Specialmente quando cercano di convincerti a comprare qualcosa, quando ti fissano con insistenza affinchè tu ti senta osservata e gli conceda attenzione, oppure quando insistono per darti indicazioni, a volte anche sbagliate. Ma come tutti i popoli, c'è di tutto per fortuna. E se i primi giorni è difficile capire a chi rivolgersi per avere informazioni, man mano ci si fa l'occhio e si capisce subito che è pieno di donne, uomini e bambini pronti a aiutarti e che non si aspettano nulla in cambio. Importante è sapere scegliere a chi rivolgersi.
Il pedone conta meno di niente a Marrakech. Loro sfrecciano con queste motorette in ogni stradina e il casco, peraltro inconsistente, diventa un porta oggetti da appendere al manubrio.
I marocchini percepiscono la paura del turista nell'attraversare ed è difficile che le macchine rallentino per cedere il passo. Tuttavia, se ci si mostra decisi, le cose cambiano e si riesce ad attraversare.
Mal che vada vi può magari accadere una cosa molto carina che è successa a me. Ad un incrocio mi sono trovata a fianco una donna col velo. Solo gli occhi erano scoperti e mi hanno lanciato uno sguardo d'intesa. La donna mi ha infatti preso per il braccio e aiutato ad attraversare! Ovviamente ero elettrizzata da questo gesto così gentile.
Che dire poi dei ragazzini che sul pullman per andare alla valle di Ourika offrono alle uniche straniere ciò che comprano dalle bancarelle quando il bus si ferma? o di quelli che mi hanno aiutato ad arrampicarmi alle cascate perchè avevo una tremenda paura di scivolare? o di chi simpaticamente ci chiamava gazzelle quando ci vedeva passare per strada?
Me li porterò tutti nel cuore, come pure il taxista che mi prendeva in giro perchè tenevo la cintura con la mano dato che non c'era il posto per agganciarla.
Anche dell'esperienza del viaggio nel deserto mi rimarrà un forte segno. Paesaggi stupendi tra le gole di Dades, i palmeti di Skoura e le dune di Merzouga. Credo che poche cose possano essere più affascinanti di una notte passata nel deserto sotto le stelle, nonostante tutta l'anguria che ho dovuto mangiare per non patire il caldo.
Molti si preoccupano del vestiario da tenere quando si gira per le città per non offendere le usanze mussulmane. La mia opinione è che alla fine le cose più importanti sono quelle più semplici: salutare quando si entra in un negozio o in un ristorante, ringraziare sempre. E' questo che rende il turista rispettoso.
Quando siamo arrivate a Fuerteventura, il Marocco mi è sembrato distante anni luce ed è stata una strana sensazione. Ma non poteva essere diversamente.
Fuerte è stata una scoperta.
Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di vedere isole dai mari bellissimi: Cefalonia, Zante, Sicilia, Minorca, Favignana...
I paragoni però non sono giustificati perchè Fuerte è un mondo a parte.
E' il mondo di chi fa surf, windsurf e kite-surf. Qui vale davvero la pena venire per provare questi sport.
La parte bella di tutto ciò è che la cosa non si riduce a faticare in acqua, ma c'è anche modo di conoscere gente nuova e chissà.. finire magari a bere una birra tutti assieme dopo la lezione o fare un barbecue in una spiaggia dove ci siete solo voi.
A parte Fuerte, sono rimasta molto stupita da Lanzarote. Un piccolo gioiello. Bisogna ringraziare Cesar Manrique, le cui installazioni sono state davvero una scoperta per me e a cui va il merito di aver reso quest'isola così graziosa. Il contrasto tra le colline nere e le casette bianche è qualcosa di unico.
Tornerò alle Canarie?
Chi lo sa. Come detto, sono certa che vorrei vedere Fez, Tangeri e Chefchaouen..
Per Fuerte il "progetto" potrebbe essere più mirato e avere a che fare con quella tavola che può davvero portarti sopra le onde, per far sì che non resti un'esperienza isolata.
Vedremo.
Una cosa è certa, ogni volta che torno da un viaggio la voglia di vedere altri posti non manca mai. La spinta verso luoghi dove non sono ancora stata è sempre forte. L'Asia, in particolare, mi chiama a sè ormai da tempo.
Se mi metto a fare una lista di ciò che vorrei visitare, mi sembra che il tempo non sarà sufficiente.
Ma io ce la metterò tutta per vivermi quasi tutti quei sogni che ho nel cassetto.
Mr. Probz - Waves