Eccolo. E' arrivato quel periodo dell'anno in grado di spezzare la routine che ci accompagna durante tutto l'anno.
A pensarci bene però il Natale innesca a sua volta un'ulteriore routine, una sorta di rituale che ogni anno compiamo: pensare ai regali, andarli a compare tra traffico micidiale e ressa nei negozi (nonostante la crisi), fare l'albero o il presepe, cucinare e abbuffarsi ai cenoni e ai pranz(on)i, stilare le classifiche dei personaggi più influenti, più out dell'anno, ricordare quali sono gli eventi che più hanno caratterizzato quest'anno, le playlist di Mtv con le canzoni che hanno venduto di più, mangiare il panettone e il pandoro.. ecc..
Il mio Natale è stato un po' diverso quest'anno.
Innanzitutto è stato lampo, sarà durato circa due minuti a dir tanto.
Poi, il caso ha voluto che mia nonna tornasse a casa da noi proprio la sera prima, dopo tre settimane in ospedale. I miei hanno finalmente tirato un mezzo di respiro di sollievo. Nonostante il rientro, la sua salute è abbastanza precaria. Non è più la persona vitale e piena di energie che è sempre stata... quella persona autonoma che non voleva farsi mai aiutare da nessuno.
E' una persona che passa le sue giornate a letto e che non riesce neanche a girarsi da sola.
E' una persona che non riesce più a provvedere a sè stessa neanche per le cose più semplici, più naturali. Un anziano, quando arriva a questo punto, è quasi più simile al suo esatto opposto... ad un bambino.
Cerco di fare il possibile, ma diciamoci la verità: non sto facendo un bel niente. Non so fare un bel niente. Questa situazione di impotenza mi fa sentire un'idiota. Eccolo, il periodo che dovrebbe spezzare la routine, ma che in realtà ne fa nascere solo una diversa. Nel mio rituale personale c'è anche il momento in cui comincio a pensare a cosa vorrei dall'anno nuovo.
Il mio primo desiderio è questo:
essere un po' meno idiota e capire cosa posso fare per essere davvero utile in questa situazione.
Auguri.