Ho sempre avuto l'abitudine di annotare ciò che mi sorprende: fatti, canzoni, film, frasi che d'improvviso sanno attirare la mia attenzione... quasi tutto ciò che mi accade in pratica.
Regolarmente mi ritrovo a sfogliare i miei diari del liceo. Ho tenuto solo gli ultimi due e guardandoli non si fatica a capire il motivo. Straripano di ricordi. E' incredibile come tutto torni alla mente così in fretta, anche fatti ormai accuratamente sepolti. Singole parole mi suonano così familiari, un estraneo invece capirebbe ben poco.
Rileggendo noto di avere spesso la tendenza a rielaborare ciò che ho vissuto in un modo nuovo, più cinico e distaccato. Forse è il corso naturale di ogni ricordo a cui non siamo più emotivamente legati.
Ho notato anche che spesso ho sentito dire e ho detto: "non importa ciò che sarà dopo, ricorderò questo momento come uno dei più felici che io abbia mai vissuto.. e questo mi basta."
Beh, la mia nuova visione distaccata mi porta a dire che ciò non sia del tutto vero. Ciò che conta, alla fine, è sempre il quadro d'insieme, non il singolo attimo. E se dopo c'è stato il peggio, ciò che è stato prima sparisce.